martedì 10 luglio 2007

Una vera Bomba Teologica ad Orologeria !!! - La sessualità secondo Giovanni Paolo Secondo - Recenzione di un buon libro ...che merita leggere

- La sessualità Secondo Giovanni Paolo 2 - di Yves Semen Nel parlare del Libro il biografo americano di GP2 Yves Semen lo definisce "una vera e propria Bomba Telogica ad Orologeria" precisando che questo approccio alla sessualità del compianto ponteficife segna una svolta nel pensiero teologico moderno. C'è da dire che in questo libro che raccoglie i primi 4 anni delle udienze del mercoledi del pontificato di GP2 ( salvo l'interruzione dovuta all'attentato ) il papa si fa forza di quella che era stata la sua esperienza umana di giovane parroco a Cracovia e prima ancora nella provincia polacca, del gruppo culturale formato da filosofi, uomini di scienza, professionisti di cui amava si circondassero i suoi ragazzi perchè apprendessero un valore più altro del modo in cui spendere la vita e mette in luce il suo profondo aspetto di filosofo dando all'intero libro un taglio di carattere antropologico che è comprensibile non solo al giovane di fede, ma anche al giovane non credende come metro di dibattito o punto di paragone. GP2 si era reso conto che la tanto discussa encliclica "Humanae Vitae" di Paolo Sesto era stata in parte non capita e/o male accolta .... Senza stravolgerne il significato con questo libro ne completa il valore teologico profondo dandone una luce completamente nuova... un faro che illumina non solo i rapporti di una coppia di fidanzati o sposi, ma anche il modo in cui gli stessi presbiteri dovranno d' ora in avanti approcciarsi a questo che diventa "la manifestazione di un Mistero" .... Innanzi tutto GP2 riprende nella prima parte del libro un percorso storico fugando ogni ipotesi di tipo giansenista o manichea ovvero il fatto che la corporeità sia di per se stessa qualche cosa di sbagliato e da combattere e va oltre il pensiero di San Tommaso così come era stato rivisto alla luce del Conc. Vat 2° dandone una nuova luce ed interpretazione con l'autorità del Magistero Pontificio .... Partendo dai primi 2 capitoli della Genesi, GP2 suga velocemente le apparenti contradizioni dei dei testi evidenziando innanzitutto 3 cose : a) la creazione prima che di una singola coppia della umanità come genere b) Il fatto che se la donna è stata tratta da una costola dell'uomo vuole dire che è stata tratta accanto alla parte per lui più importante che è il cuore, e dato che nella prima parte della bibbia il concetto di anima è negato alle ossa ci si rende conto di quanto la costola sia importante ovvero del fatto che la donna debba avere pari dignità rispetto all'uomo c) Che nel progeto originario della creazione l'uomo e la donna sapevano dialogare col Buon Dio e tra loro stessi senza il desiderio e la cupidigia del cuore .... e che sapevano rispondere in questa maniera all'atto creativo della stessa trinità Il testo passa poi a soffermarsi sia sull'incontro di Tobi & Sara sia soprattutto sul Cantico dei Cantici, canto d'amore, insieme sacro e sessule, in cui l'amore che viene celebrato è l'amore che era possibile vivere prima dei guasti del peccato in cui l'uomo e la donna prima di essere sposo e sposa siano e si riconoscano reciprocamente come fratello e sorella della stessa umanità ...( pag 98 e seguenti) Di qui definendo un nuovo significato coniugale del corpo si parla della persona come la sola che "è capace di darsi, ed è nel libero dono di se che la persona realizza ciò di cui è fatta. Ed è il corpo a chimarci al dono, con tutto ciò che include: la ns. affettività, la ns, sessulaità, il tutto specificato in maniera maschile o femminile"...."Il frutto di questa comunione, il frutto che ne è come l'irradiamento, è la fecondità in un'altra persona"..."prima viene la comunione, e soltanto dopo la procreazione, perchè questa è frutto della comunione.Vista sotto questa luce , la procreazione è la prova, il sigillo della vera comunione." Di qui in maniera consequenziale GP2 viene ad affermare che " non c'è che una sola vocazione, cioè la vocazione al matrimonio; perchè tutti siamo chiamati alle nozze, qualunque sia il ns. stato di vita" ( celibi,nubili, sposati, religiosi/e ). "La vocazione al celibato" ( Presbiteri/suore/ persone consacrate) "è una forma, una modalità del matrimonio nel senso profondo della parola, perchè è una modalità del dono della persona. O perlomeno è così che si deve viverlo- o accettarlo - volendone realizzare appieno il significato umano e personale. Di qui .. "sposarsi sacramentalmente non è -mettersi in regola - ma riconoscersi chiamati alla santità, attraverso il dono di se nell'esercizio della comunione delle persone". Come giovani, come fidanzati .. un domani come coppia di sposi ( non come marito e moglie che nella etimologia ebraica vogliono dire padrone & schiava ) siamo chiamati a questa visione alta. A desiderare l'altra persona non solo perchè fisicamete ci piace, ma a saperla guardare anche con gli occhi con cui Dio guarda le sue creature e le ama ....quindi anche con gli occhi di un padre e di una madre e/o di un fratello e di una sorella maggiore che sanno prendersi cura ( I care - Mi interessa - di Don Milani ) dell'altro/a .... Il libro continua a pagina 140 facendo notare come "se il matrimonio restaura il piano originario di Dio attraverso il sacramento ..." GP2 non esita perfino a chiamarlo -sacramento primordiale - essendo un segno che trasmette efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto in Dio dall'eternità. nell'uomo e nella donna, nella differenza della loro mascolinità e femminilità c'è la rivelazione d'un carattere sacrale del mondo, nella misura in cui il mondo rivela qualcosa di Dio", del suo mistero Trinitario...( "Il Padre è tutto l'Amore dato...;Il Figlio è tuto l'Amore ricevuto...; lo Spirito è tutto l'Amore Scambiato..." ) e del "matrimonio e redenzione " consumati tra Gesù e tutta l'umanità ( di cui la Chiesa è solo una parte visibile ) sul legno della croce ( pagina 166 e seguenti ) . E' in questa chiamata alla perfezione ed alla santitficazione reciproca nel dono di se che come giovane, come "fidanzato", un domani come marito ha senso parlare di attesa, di dono di se, di ricerca di reciproca santificazione nel cammino con la propria "fidanzata" che diventa anche sorella e "compagna su questa strada verso la santità quotidiana e la santità in senso alto" ..... La Humanae Vitae non diventa più una serie di obblighi e divieti su quale metodo contraccettivo potere o meno usare, ma diveta una guida, una "road map" su come meglio vivere questa scelta verso la santità ..... che nel matrimonio porterà ad un dialogo di coppia che sia espresso in tutte le forme delle affettività umana, ma che al tempo stetto possa mantenere anche una apertura alla vita. ( "mediante la reciproca donazione personale,che è loro specifica ed esclusiva,gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, comunione in cui mutuamente si perfezionano, per collaborare insieme con Dio alla genenrazione ed all'educazione di nuovi viventi"...conformando " la loro condotta all'intenzione di Dio creatore..." salvando ambedue gli aspetti unitivo e procreativo" e quindi ogni atto deve rimanere aperto alla procreazione della vita, ma dall'altro una paternità e maternità responsabili richiamano anche ad un uso sapiente della possibilità dei "metodi contraccettivi" naturali ... "Siccome nell'Eucarestia Cristo si dà in maniera nuziale a TUTTI i membri della sua Chiesa, l'Eucarestia forma al dono coniugale "...ed è assai grave il tentativo di tenere gli sposi lontani dal Sacramento Eucaristico ) .... In contemporanea nasce subito un'altra esigenza - oltre alla paternità o maternità fisica- ... quella - come coppie di fidanzati - ma anche come consacrati - religliosi e più semplicemente come SINGOLE PERSONE BATTEZZATE che vivono appieno la forza del loro battesimo di diventare testimoni credibili per altre coppie, persone, amici etc.etc - per tutti gli uomini e le donne del MONDO ... per fare capire che un cammino di questo tipo è possibile ... che una strada diversa si più fare ! ... e insieme a più compagni di viaggio cominciando innanzitutto a cambiare noi stessi ... a cambiare anche il mondo .... diventando Padri e Madri nella vita per le coppie e TUTTI nella FEDE Più Responsabili !!!! .... Il viaggiare a giro per il mondo per lavoro ed i 30 anni da poco passati mi hanno insegnato che dietro ogni uomo/donna che sopraffà con violenza un'altro uomo/donna c'è in realtà un uomo/donna che spesso a paura e più in profondo ancora una bambino od una bambina ferita .... Solo diventando genitori migliori ... genitori - Pacificati ed in Pace - che cercano la santità come loro cammino sapremo un domani essere educatori di figli che a loro volta siano in grado di seminare un modo nuovo di amare nel rispetto e nella comunione reciproca ( che non esclude a priori la proprietà privata, ma che dall'altro non ne fa ragione di sopruso nei confornti dei propri simili e del nostro pianeta... ) .... Giovanni Gori - Agente di commercio ed Educatore di una classe di catechismo di bimbi delle scuole elementari

mercoledì 20 giugno 2007

LE ITALIANE (15-19 ANNI) LO FANNO PER AMORE

Lo fanno per amore: il 78% delle giovani donne italiane ha dichiarato di fare sesso solo perché innamorate. E' questo il primo dato che emerge dal sondaggio condotto da Top Girl, mensile Gruner+Jahr / Mondadori, su un campione di oltre 3.000 ragazze tra i 15 e 19 anni, rispondendo a un questionario on line sul sito della rivista. Passione e sentimento si intrecciano. E l'11% andrebbe a letto con qualcuno "solo per conquistarlo". Poche hanno dichiarato di farlo in cambio di favori o vantaggi: il 7% si concederebbe per soldi, il 3% per ottenere lavoro. . Ma, avvisano gli esperti, "manca un'educazione alla sessualità intesa come affettività". A sostenerlo è il sociologo Riccardo Grassi, ricercatore dell'Istituto Iard di Milano, dalle pagine della rivista. . "Prevale l'idea del possesso, dell'immediatezza della risposta al desiderio - continua il ricercatore sulle pagine della rivista -. E questo perché c'é una forte sovrapposizione di codici interpretativi, per cui anche per il sesso si usa un linguaggio molto simile a quello adottato nell'ambito dei consumi".

sabato 16 giugno 2007

Verso una nuova rivoluzione sessuale

EDMONTON, 15 giu ’07 - “Promuovere gli insegnamenti di Giovanni Paolo II sul senso profondo della vita, della sessualità e dell’amore autentico”, in un momento in cui questi valori vengono messi radicalmente discussione da nuove leggi.
Questo l’obiettivo del primo Simposio nazionale canadese sulla Teologia del Corpo organizzato oggi e domani a Edmonton, nell’’Alberta, dall’Organismo cattolico dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (Ocvf) e intitolato “Verso una nuova rivoluzione sessuale”. All’origine dell’iniziativa, spiegano gli organizzatori, consapevolezza del grave impatto che stanno avendo in questi anni in Canada alcune leggi e sentenze sull’istituto familiare. Il 28 giugno 2005 il Canada è diventato il terzo Paese nel mondo a ridefinire legalmente il matrimonio includendovi le coppie dello stesso sesso, premessa della progressiva revisione del concetto stesso di genitorialità e di famiglia. In questa stessa occasione, è stato introdotta un’altra modifica legislativa con implicazioni non meno gravi: il Parlamento canadese ha sostituito il termine “genitore naturale” con quello di “genitore legale”. Il primo frutto di questo provvedimento è stata la clamorosa sentenza con cui il 2 gennaio scorso la Corte di Appello dell’Ontario ha attribuito ad un bambino tre genitori legali. Nella cultura e nella mentalità canadese, rileva l’Ocvf, si sta affermando una nuova visione dell’amore e della sessualità: “I media e l’industria dello spettacolo presentano spesso l’amore e la sessualità in modo superficiale nascondendo il loro significato profondo e la loro vera ragion d’essere”. Di qui la pressante esigenza di riproporre la visione cattolica dell’amore, del matrimonio e della famiglia, nella convinzione - come affermava Giovanni Paolo II - che il “corpo è capace di rendere visibile l’invisibile: lo spirituale e il divino”. La giornata di apertura del simposio, presieduta dal prof. Bill Donaghy del “Theology of the Body Institute”, sarà interamente dedicata all’introduzione dell’argomento. Nella seconda giornata tre relatori presenteranno le iniziative avviate per fare conoscere questi insegnamenti. Tra questi Hanna Klaus iniziatrice del programma TeenSTAR, destinato specificamente agli adolescenti nelle scuole e lanciato in una trentina di Paesi.

lunedì 11 giugno 2007

Il pudore. Un luogo di libertà

Monique SELZ, Il pudore. Un luogo di liberta, Einaudi, Torino, 2005.
Viviamo in una dittatura della trasparenza. Irresponsabili e infantili, mostriamo e guardiamo tutto, senza interiorità. Al contrario il sentimento del pudore, libero dalle ideologie, costruisce l'individuo e rende possibile la vita in comune. Il pudore è una garanzia di libertà. E di maturità. Soprattutto oggi, in una società come la nostra improntata a uno sfrenata corsa all'esibizione, dove tutto viene messo in mostra per stimolare il desiderio di possesso, dove gli individui sono ridotti all'unica funzione di consumatori e lo spazio intimo del singolo è un inutile, anacronistico lusso. Monique Selz, psichiatra e psicanalista francese, in un saggio disteso e appassionato, ridisegna i contorni del pudore nelle sue diverse angolazioni storiche e concettuali, dal privato al pubblico, dal corpo alla mente, dal diritto alla storia, dalla religione all'antropologia.Contro l'ideologia della trasparenza a ogni costo, contro i facili slogan del "tutto è possibile", ripensare il destino del «comune senso del pudore» e le modalità della sua salvaguardia significa vigilare su uno spazio fragile ma irriducibile, dove gli uomini e le donne possono riconoscersi.

venerdì 8 giugno 2007

Kakà sceglie di aspettare

Dopo le confessioni del calciatore Kakà: Anna Bernardini De Pace e don Sigalini a confronto.
Il contropiede della castità «È più facile oggi un incontro fisico di uno progettuale e ciò può indurre a scelte imprudenti o tragiche per il proprio futuro» Già il fatto che Kakà, il più ammirato calciatore del momento, rilasci un'intervista sulla sua scelta di arrivare casto al matrimonio, è un po' fuori dall'ordinario. Ma che anche Anna Bernardini De Pace - il più noto avvocato matrimonialista d'Italia, immagine, se ce n'è una, di donna di successo, per di più esperta nelle contorsioni delle coppie di oggi - spenda parole per difendere il valore della castità, sembra fin troppo. Avvocato, ma sta diventando reazionaria? «No, sono e resto piuttosto un'anarchica. Ma se ho apprezzato le considerazioni di Kakà e perché penso che riguardino un problema serio. È molto più facile, oggi, fare un incontro fisico che un incontro spirituale, progettuale. E una situazione fisica positiva, se dietro non c'è dell'altro, può indurre a scelte imprudenti e tragiche per il proprio futuro. Con il rischio di incontrare presto, nella vita matrimoniale, il disgusto. Quello vero. Che nasce sempre dai comportamenti delle persone, non certo dal minore o maggiore benessere fisico. I problemi fisici, se non sono irrimediabili, si risolvono. Quando c'è un'intimità vera e di pensiero tra due persone, non è difficile affrontarli. Sono i problemi psicologici e comportamentali che non si risolvono mai, o quasi». Ma castità per lei cosa vuol dire? «La castità non può essere certo una violenza, qualcosa di imposto, ma dev'essere un impegno comune, un progetto, un modo di essere. Direi che è l'affermazione di determinati valori, che devono essere condivisi e che consentono alle persone di sperimentare e di rafforzare una cosa preziosissima, che è la volontà». In che senso? «Ci pensi: cosa vale di più nella vita di ognuno della volontà? Oggi, negli anni 2000, c'è una crisi profondissima di volontà: le persone non sono più capaci di affidarsi alle proprie forze, di mettersi davvero in gioco, ma si affidano al destino, alle raccomandazioni o alle speranze da "gratta e vinci". La castità e un mettere alla pro va le proprie capacità e le proprie forze». Sarà conscia dell'irrisione che suscitano considerazioni come le sue... «Lo so, perché oggi il valore prevalente è quello del sesso, e non può che essere deriso colui che al sesso si sottrae. Però in tutto questo c'è una grande incomprensione del valore e anche del sapore della castità. Per esempio di come la fedeltà di una coppia sia non solo una scelta eroica, ma anche altamente erotica». Uno psicologo da rivista femminile le direbbe semmai che è il tradimento a ravvivare ciò che è morto. «Invece è molto più elettrizzante il rapporto se tu dici no alle occasioni che ti capitano per confermare quel rapporto. Negarsi agli altri, alle tentazioni, è un grande modo per sperimentare, toccare con mano il valore e anche l'erotismo che una coppia porta in sé. Abituarsi a dire di no è qualcosa di fecondo». Ok, abbiamo visto che non è reazionaria. Ma di finire un po' sulle posizioni cattoliche non la inquieta? «Non sono per niente clericale, baciapile o cose del genere. Ho studiato dalle suore e ho litigato con tutte su questi discorsi, nelle mie battaglie femministe. Ma non mi sono fermata a certe posizioni, che allora avevano un senso, oggi meno. Penso poi che certe proposte della morale cattolica sapessero allora come oggi di muffa e di vecchio per il modo in cui venivano e vengono comunicate. Se invece uno ha la capacità di guardare dentro a certe cose, magari grazie all'esperienza personale e professionale, ecco che si possono illuminare di luce nuova valori che prima erano considerati senza senso». il teologo: Facciamo ancora questa proposta, aiuta i giovani a puntare più in alto «I ragazzi cercano esperienze intense ma pure poetiche, per sognare. Però nessuno li educa a desiderare cose grandi, assolute» «Ben venga l’esempio di un grande calciatore. Perché penso che la proposta della castità vada fatta con maggiore decisione, senza troppi timori reverenziali ». Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, già assistente generale dell’Azione Cattolica e una vita spesa a contatto con i giovani, guarda con simpatia alle uscite della superstar del calcio brasiliano. Entrando un po’ nello specifico. «Ovviamente bisogna chiarire bene cos’è la castità, cioè che non è un semplice fuggire da qualcosa di bello o piacevole, non è una privazione fine a se stessa, per il gusto di mortificarsi, ma è preparare il cuore a una vita di dono. Una preparazione che tocca per forza anche la corporeità». Per tanti genitori o educatori, un discorso «alto» sulla sessualità con adolescenti o giovanissimi sembra una battaglia persa in partenza. «È difficile, certo. Oggi praticamente tutto – cultura, senso comune, mass media – portano nella direzione opposta, ma sbaglia chi pensa che certi discorsi siano destinati a non passare. Glielo dico per esperienza. Proprio oggi che fare esperienze sessuali a una certa età è diventato facilissimo, senza grandi traumi, paradossalmente cresce anche il numero di giovani disillusi, che si chiedono "beh, tutto qui?", che percepiscono presto l’inganno. E cercano una risposta più profonda, cosa che non trovano in pressoché nessuna agenzia educativa. Perché nessuno ha il coraggio di andare contro il cattivo senso comune». Quindi affrontare i risolini di compatimento o il disprezzo, nel parlare di castità, può dare ancora dei frutti. «Sicuramente. Anche perché – pure questo va ricordato e sottolineato – un ragazzo o una ragazza di oggi non sono alla ricerca di pura "fattualità". Cercano anche e soprattutto cose grandi, alte, assolute. Esperienze emotivamente intense, ma anche poetiche, che facciano sognare... E come, dico spesso a tanti giovani, la castità è proprio quella via che impedisce ai sogni di Dio di diventare degli incubi. Se vuole un riferimento un po’ prosaico, mi rifaccio spesso anche al libro Jack Frusciante è uscito dal gruppo, che non è certo dalla parte della castità, ma in cui si legge della scommessa bellissima di due protagonisti: dobbiamo far vedere a tutti che ci vogliamo bene senza andare a letto assieme». Tra luoghi comuni e fraintendimenti, cosa rende più difficile parlare in un certo modo di sessualità, e farsi intendere, ovviamente? «Penso la convinzione che amore ed erotismo siano due cose diverse, disgiunte, che si possono vivere in modo del tutto indipendente. Una banalità che cela una profonda mistificazione». Quale, invece, un vantaggio immediato, in una scelta di continenza rispetto al «carpe diem»? «La capacità di distinguere due realtà opposte ma che nei rapporti, negli incontri si incrociano e si confondono spesso: amore ed egoismo. La castità aiuta anche a vagliare le vere intenzioni di una persona, aiuta una coppia a scoprire ciò che di strumentale o superficiale c’è nel loro stare insieme. Aiuta ad evitare ad entrambi amare sorprese».
Andrea Galli, AVVENIRE 7 GIUGNO 2007