Monique SELZ, Il pudore. Un luogo di liberta, Einaudi, Torino, 2005.
Viviamo in una dittatura della trasparenza. Irresponsabili e infantili, mostriamo e guardiamo tutto, senza interiorità. Al contrario il sentimento del pudore, libero dalle ideologie, costruisce l'individuo e rende possibile la vita in comune.
Il pudore è una garanzia di libertà. E di maturità. Soprattutto oggi, in una società come la nostra improntata a uno sfrenata corsa all'esibizione, dove tutto viene messo in mostra per stimolare il desiderio di possesso, dove gli individui sono ridotti all'unica funzione di consumatori e lo spazio intimo del singolo è un inutile, anacronistico lusso.
Monique Selz, psichiatra e psicanalista francese, in un saggio disteso e appassionato, ridisegna i contorni del pudore nelle sue diverse angolazioni storiche e concettuali, dal privato al pubblico, dal corpo alla mente, dal diritto alla storia, dalla religione all'antropologia.Contro l'ideologia della trasparenza a ogni costo, contro i facili slogan del "tutto è possibile", ripensare il destino del «comune senso del pudore» e le modalità della sua salvaguardia significa vigilare su uno spazio fragile ma irriducibile, dove gli uomini e le donne possono riconoscersi.
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