mercoledì 20 giugno 2007
LE ITALIANE (15-19 ANNI) LO FANNO PER AMORE
Lo fanno per amore: il 78% delle giovani donne italiane ha dichiarato di fare sesso solo perché innamorate. E' questo il primo dato che emerge dal sondaggio condotto da Top Girl, mensile Gruner+Jahr / Mondadori, su un campione di oltre 3.000 ragazze tra i 15 e 19 anni, rispondendo a un questionario on line sul sito della rivista.
Passione e sentimento
si intrecciano.
E l'11% andrebbe a letto con qualcuno "solo per conquistarlo".
Poche hanno dichiarato di farlo in cambio di favori o vantaggi:
il 7% si concederebbe per soldi, il 3% per ottenere lavoro.
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Ma, avvisano gli esperti, "manca un'educazione alla sessualità intesa come affettività".
A sostenerlo è il sociologo Riccardo Grassi, ricercatore dell'Istituto Iard di Milano, dalle pagine della rivista.
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"Prevale l'idea del possesso, dell'immediatezza
della risposta al desiderio - continua il ricercatore sulle pagine della rivista -.
E questo perché c'é una forte sovrapposizione di codici interpretativi, per cui anche per il sesso si usa un linguaggio molto simile a quello adottato nell'ambito dei consumi".
sabato 16 giugno 2007
Verso una nuova rivoluzione sessuale
EDMONTON, 15 giu ’07 - “Promuovere gli insegnamenti di Giovanni Paolo II sul senso profondo della vita, della sessualità e dell’amore autentico”, in un momento in cui questi valori vengono messi radicalmente discussione da nuove leggi.
Questo l’obiettivo del primo Simposio nazionale canadese sulla Teologia del Corpo organizzato oggi e domani a Edmonton, nell’’Alberta, dall’Organismo cattolico dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (Ocvf) e intitolato “Verso una nuova rivoluzione sessuale”.
All’origine dell’iniziativa, spiegano gli organizzatori, consapevolezza del grave impatto che stanno avendo in questi anni in Canada alcune leggi e sentenze sull’istituto familiare.
Il 28 giugno 2005 il Canada è diventato il terzo Paese nel mondo a ridefinire legalmente il matrimonio includendovi le coppie dello stesso sesso, premessa della progressiva revisione del concetto stesso di genitorialità e di famiglia.
In questa stessa occasione, è stato introdotta un’altra modifica legislativa con implicazioni non meno gravi: il Parlamento canadese ha sostituito il termine “genitore naturale” con quello di “genitore legale”.
Il primo frutto di questo provvedimento è stata la clamorosa sentenza con cui il 2 gennaio scorso la Corte di Appello dell’Ontario ha attribuito ad un bambino tre genitori legali. Nella cultura e nella mentalità canadese, rileva l’Ocvf, si sta affermando una nuova visione dell’amore e della sessualità:
“I media e l’industria dello spettacolo presentano spesso l’amore e la sessualità in modo superficiale nascondendo il loro significato profondo e la loro vera ragion d’essere”.
Di qui la pressante esigenza di riproporre la visione cattolica dell’amore, del matrimonio e della famiglia, nella convinzione - come affermava Giovanni Paolo II - che il “corpo è capace di rendere visibile l’invisibile: lo spirituale e il divino”.
La giornata di apertura del simposio, presieduta dal prof. Bill Donaghy del “Theology of the Body Institute”, sarà interamente dedicata all’introduzione dell’argomento.
Nella seconda giornata tre relatori presenteranno le iniziative avviate per fare conoscere questi insegnamenti.
Tra questi Hanna Klaus iniziatrice del programma TeenSTAR, destinato specificamente agli adolescenti nelle scuole e lanciato in una trentina di Paesi.
lunedì 11 giugno 2007
Il pudore. Un luogo di libertà
Monique SELZ, Il pudore. Un luogo di liberta, Einaudi, Torino, 2005.
Viviamo in una dittatura della trasparenza. Irresponsabili e infantili, mostriamo e guardiamo tutto, senza interiorità. Al contrario il sentimento del pudore, libero dalle ideologie, costruisce l'individuo e rende possibile la vita in comune.
Il pudore è una garanzia di libertà. E di maturità. Soprattutto oggi, in una società come la nostra improntata a uno sfrenata corsa all'esibizione, dove tutto viene messo in mostra per stimolare il desiderio di possesso, dove gli individui sono ridotti all'unica funzione di consumatori e lo spazio intimo del singolo è un inutile, anacronistico lusso.
Monique Selz, psichiatra e psicanalista francese, in un saggio disteso e appassionato, ridisegna i contorni del pudore nelle sue diverse angolazioni storiche e concettuali, dal privato al pubblico, dal corpo alla mente, dal diritto alla storia, dalla religione all'antropologia.Contro l'ideologia della trasparenza a ogni costo, contro i facili slogan del "tutto è possibile", ripensare il destino del «comune senso del pudore» e le modalità della sua salvaguardia significa vigilare su uno spazio fragile ma irriducibile, dove gli uomini e le donne possono riconoscersi.
venerdì 8 giugno 2007
Kakà sceglie di aspettare
Dopo le confessioni del calciatore Kakà:
Anna Bernardini De Pace e don Sigalini a confronto.
Il contropiede della castità
«È più facile oggi un incontro fisico di uno progettuale e ciò può indurre a scelte imprudenti o tragiche per il proprio futuro»
Già il fatto che Kakà, il più ammirato calciatore del momento, rilasci un'intervista sulla sua scelta di arrivare casto al matrimonio, è un po' fuori dall'ordinario. Ma che anche Anna Bernardini De Pace - il più noto avvocato matrimonialista d'Italia, immagine, se ce n'è una, di donna di successo, per di più esperta nelle contorsioni delle coppie di oggi - spenda parole per difendere il valore della castità, sembra fin troppo.
Avvocato, ma sta diventando reazionaria?
«No, sono e resto piuttosto un'anarchica. Ma se ho apprezzato le considerazioni di Kakà e perché penso che riguardino un problema serio. È molto più facile, oggi, fare un incontro fisico che un incontro spirituale, progettuale. E una situazione fisica positiva, se dietro non c'è dell'altro, può indurre a scelte imprudenti e tragiche per il proprio futuro. Con il rischio di incontrare presto, nella vita matrimoniale, il disgusto. Quello vero. Che nasce sempre dai comportamenti delle persone, non certo dal minore o maggiore benessere fisico. I problemi fisici, se non sono irrimediabili, si risolvono. Quando c'è un'intimità vera e di pensiero tra due persone, non è difficile affrontarli. Sono i problemi psicologici e comportamentali che non si risolvono mai, o quasi».
Ma castità per lei cosa vuol dire?
«La castità non può essere certo una violenza, qualcosa di imposto, ma dev'essere un impegno comune, un progetto, un modo di essere. Direi che è l'affermazione di determinati valori, che devono essere condivisi e che consentono alle persone di sperimentare e di rafforzare una cosa preziosissima, che è la volontà».
In che senso?
«Ci pensi: cosa vale di più nella vita di ognuno della volontà? Oggi, negli anni 2000, c'è una crisi profondissima di volontà: le persone non sono più capaci di affidarsi alle proprie forze, di mettersi davvero in gioco, ma si affidano al destino, alle raccomandazioni o alle speranze da "gratta e vinci". La castità e un mettere alla pro va le proprie capacità e le proprie forze».
Sarà conscia dell'irrisione che suscitano considerazioni come le sue...
«Lo so, perché oggi il valore prevalente è quello del sesso, e non può che essere deriso colui che al sesso si sottrae. Però in tutto questo c'è una grande incomprensione del valore e anche del sapore della castità. Per esempio di come la fedeltà di una coppia sia non solo una scelta eroica, ma anche altamente erotica».
Uno psicologo da rivista femminile le direbbe semmai che è il tradimento a ravvivare ciò che è morto.
«Invece è molto più elettrizzante il rapporto se tu dici no alle occasioni che ti capitano per confermare quel rapporto. Negarsi agli altri, alle tentazioni, è un grande modo per sperimentare, toccare con mano il valore e anche l'erotismo che una coppia porta in sé. Abituarsi a dire di no è qualcosa di fecondo».
Ok, abbiamo visto che non è reazionaria.
Ma di finire un po' sulle posizioni cattoliche non la inquieta?
«Non sono per niente clericale, baciapile o cose del genere. Ho studiato dalle suore e ho litigato con tutte su questi discorsi, nelle mie battaglie femministe.
Ma non mi sono fermata a certe posizioni, che allora avevano un senso, oggi meno. Penso poi che certe proposte della morale cattolica sapessero allora come oggi di muffa e di vecchio per il modo in cui venivano e vengono comunicate. Se invece uno ha la capacità di guardare dentro a certe cose, magari grazie all'esperienza personale e professionale, ecco che si possono illuminare di luce nuova valori che prima erano considerati senza senso».
il teologo:
Facciamo ancora questa proposta, aiuta i giovani a puntare più in alto
«I ragazzi cercano esperienze intense ma pure poetiche, per sognare. Però nessuno li educa a desiderare cose grandi, assolute»
«Ben venga l’esempio di un grande calciatore. Perché penso che la proposta della castità vada fatta con maggiore decisione, senza troppi timori reverenziali ». Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, già assistente generale dell’Azione Cattolica e una vita spesa a contatto con i giovani, guarda con simpatia alle uscite della superstar del calcio brasiliano. Entrando un po’ nello specifico. «Ovviamente bisogna chiarire bene cos’è la castità, cioè che non è un semplice fuggire da qualcosa di bello o piacevole, non è una privazione fine a se stessa, per il gusto di mortificarsi, ma è preparare il cuore a una vita di dono. Una preparazione che tocca per forza anche la corporeità».
Per tanti genitori o educatori, un discorso «alto» sulla sessualità con adolescenti o giovanissimi sembra una battaglia persa in partenza.
«È difficile, certo. Oggi praticamente tutto – cultura, senso comune, mass media – portano nella direzione opposta, ma sbaglia chi pensa che certi discorsi siano destinati a non passare. Glielo dico per esperienza. Proprio oggi che fare esperienze sessuali a una certa età è diventato facilissimo, senza grandi traumi, paradossalmente cresce anche il numero di giovani disillusi, che si chiedono "beh, tutto qui?", che percepiscono presto l’inganno. E cercano una risposta più profonda, cosa che non trovano in pressoché nessuna agenzia educativa. Perché nessuno ha il coraggio di andare contro il cattivo senso comune».
Quindi affrontare i risolini di compatimento o il disprezzo, nel parlare di castità, può dare ancora dei frutti.
«Sicuramente. Anche perché – pure questo va ricordato e sottolineato – un ragazzo o una ragazza di oggi non sono alla ricerca di pura "fattualità". Cercano anche e soprattutto cose grandi, alte, assolute. Esperienze emotivamente intense, ma anche poetiche, che facciano sognare... E come, dico spesso a tanti giovani, la castità è proprio quella via che impedisce ai sogni di Dio di diventare degli incubi. Se vuole un riferimento un po’ prosaico, mi rifaccio spesso anche al libro Jack Frusciante è uscito dal gruppo, che non è certo dalla parte della castità, ma in cui si legge della scommessa bellissima di due protagonisti: dobbiamo far vedere a tutti che ci vogliamo bene senza andare a letto assieme».
Tra luoghi comuni e fraintendimenti, cosa rende più difficile parlare in un certo modo di sessualità, e farsi intendere, ovviamente?
«Penso la convinzione che amore ed erotismo siano due cose diverse, disgiunte, che si possono vivere in modo del tutto indipendente. Una banalità che cela una profonda mistificazione».
Quale, invece, un vantaggio immediato, in una scelta di continenza rispetto al «carpe diem»?
«La capacità di distinguere due realtà opposte ma che nei rapporti, negli incontri si incrociano e si confondono spesso: amore ed egoismo. La castità aiuta anche a vagliare le vere intenzioni di una persona, aiuta una coppia a scoprire ciò che di strumentale o superficiale c’è nel loro stare insieme. Aiuta ad evitare ad entrambi amare sorprese».
Andrea Galli, AVVENIRE 7 GIUGNO 2007
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